Tempo ordinario, occasione straordinaria
Le opportunità della pastorale estiva
Dopo il tempo di Pasqua, l’inizio del tempo ordinario spesso coincide con un significativo cambiamento all’interno delle nostre comunità parrocchiali: alcuni momenti di incontro e i cammini comunitari e di formazione vengono temporaneamente interrotti, terminano i percorsi di oratorio e di catechesi, sono già state celebrate le prime comunioni e le cresime (in alcuni casi destinate all’inizio del prossimo anno pastorale), insomma l’inizio della stagione estiva, con la conclusione dell’anno scolastico, determina una nuova stagione anche pastorale. Una stagione in cui sono protagonisti indiscussi bambini, ragazzi, giovanissimi e giovani ma in cui anche molti adulti fanno la loro parte per accompagnare questo tempo speciale.
Per i “più piccoli” questo tempo di vacanza dall’impegno scolastico diventa una grande e intensa occasione di crescita, un tempo da cogliere e da vivere in tutte le sue opportunità. È la stessa parola “vacanza”, dal latino vacare, a suggerirci che l’assenza di un certo tipo di impegno vuole però anche essere la possibilità di un tempo nuovo, un tempo di libertà. Essere vuoto, vacante può infatti evocare, nel suo significato etimologico, una prospettiva e uno stile nel “fare vacanza”. Benedetto XVI sosteneva che “il tempo libero è certamente una cosa bella e necessaria, ma se non ha un centro interiore esso finisce per essere un tempo vuoto che non ci rinforza e ricrea”.
E allora la vacanza, proprio come ci insegnano i molti giovanissimi e giovani impegnati nelle attività estive, è un’occasione: un tempo che ha l’aria di essere qualcosa di scarsamente impegnativo ma che in realtà merita una profonda riflessione, perché non c’è niente di banale e di fatuo nelle moltissime iniziative estive che costellano la vita delle nostre comunità e il vissuto personale dei cristiani.
Il tempo estivo è una grande opportunità da diversi punti di vista: per offrire a se stessi spazi di riflessione, per vivere momenti di incontro con gli altri e, perché no, per fare esperienza di Dio. Per dirlo con una felice formula contenuta in un Quaderno della Cei dell’Ufficio Nazionale per la Pastorale del tempo libero, turismo e sport di qualche anno fa: “Tempo per sé, tempo per gli altri, tempo per le amicizie, tempo per l’essenziale, tempo per lo spirito, tempo per Dio”.
TEMPO PER SÈ: sembrerebbe quasi contraddittorio pensando alle molteplicità delle iniziative che caratterizzano la vita delle nostre parrocchie ma l’estate è il tempo per fermarsi, per sostare, per verificarsi, per riprendere in mano la propria vita. Per molti avviene durante il grest, in un campo scuola, facendo animazione, dedicando la propria vita agli altri, in situazioni di apertura capaci di schiudere il proprio vissuto personale alle domande più importanti e necessarie che solo un tempo di questo tipo può fare emergere.
TEMPO PER GLI ALTRI: coltivare le relazioni, dedicarsi a qualche servizio di volontariato, in particolare per i giovani, significa spesso fare esperienze ancora più intense che nel resto dell’anno perché caratterizzate da una notevole apertura verso il proprio prossimo. Sperimentare i propri talenti rimboccandosi le maniche costituisce una scuola di vita importantissima capace di illuminare il cammino personale di molti giovani. Attraverso lo sguardo e il vissuto di chi ci sta accanto, in un percorso comunitario, si sperimentano qualità spesso nascoste e si dà spazio a bisogni che solo l’amore e l’amicizia possono accogliere.
TEMPO PER DIO: l’estate é anche il tempo della bellezza delle relazioni ma anche delle esperienze che risvegliano il desiderio di senso e la nostalgia dell’Altro oltreché degli altri. Un luogo “del cuore”, un panorama mozzafiato, un tempo speciale possono ricordare all’uomo chi egli è: immagine di Dio, chiamato all’incontro con Lui nel cammino della vita, anche nel tempo del riposo e della quiete, della gioia e della festa.
Per questo l’estate è un tempo di libertà e di creatività: vivendolo pienamente potremo trovare energie nuove che permetteranno a ciascuno di noi e alle nostre comunità di tornare alle fatiche dell’ordinarietà “ri-creati”.