MEDUCAZIONE: dagli strumenti per la comunicazione alla pienezza dell’umanità
In occasione delle lezioni della Scuola Internazionale di Management Pastorale, nell’ambito dell’area di studio sulla comunicazione strategica, abbiamo potuto riflettere su quanto sia sempre più indispensabile coniugare educazione e media. Il prof. Massimiliano Padula, docente della Pontificia Università Lateranense, da diversi anni parla di meducazione e di umanità mediale “l’insieme degli uomini che, da un certo punto della storia, si trovano a convivere e coesistere con dispositivi tecnologici che con il tempo divengono sempre più prossimi e capaci di soddisfare bisogni”.
Mettendo a confronto i diversi paradigmi che nel corso degli ultimi decenni sono stati elaborati per studiare l’influenza dei media sulla nostra società (tecnocentrico, deterministico, umanistico), il prof. Padula giunge ad elaborare una nuova visione pedagogica, la MEDUCAZIONE: se siamo un’umanità media, vuole dire che i media siamo noi! Diventa quindi necessario “passare da una riflessione sui media in quanto strumento, oggetto, ambiente e tessuto educativo, a una riflessione sull’uomo nel suo sviluppo come essere mediale”.
Per noi cristiani, l’occhiale adeguato per decifrare la realtà non può che essere quello della buona notizia, a partire da la Buona Notizia per eccellenza: il «Vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio» (Mc 1,1). Con queste parole l’evangelista Marco inizia il suo racconto, con l’annuncio della “buona notizia” che ha a che fare con Gesù, ma più che essere un’informazione su Gesù, è piuttosto la buona notizia che è Gesù stesso. Leggendo le pagine del Vangelo si scopre, infatti, che il titolo dell’opera corrisponde al suo contenuto e, soprattutto, che questo contenuto è la persona stessa di Gesù.
Francesco, Messaggio per la 51a Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali