Il tempo (questo tempo) e l’agire pastorale
Cambiare per continuare con coraggio a vivere e annunciare il Vangelo!
Viviamo tempi difficili, inquieti, potremmo anche definirli drammatici: il dramma della guerra che ormai da più di un anno e su più fronti si è ri-affacciato nelle nostre vite, diversi crimini efferati che hanno scosso e scuotono le nostre coscienze, povertà e fragilità, soprattutto nel mondo giovanile. sempre più diffuse.
Quotidianamente le nostre comunità, in un contesto così complesso, continuano con generosità la loro operaproponendosi con percorsi e iniziative di prossimità: alcuni “riescono”, molti “tentano”, altri si “arrendono” alle difficoltà e si rifugiano in un’ordinarietà che dà sicurezze ma non risponde ai bisogni del tempo in cui viviamo.
In una società che ormai tutto può dirsi fuorché “normalmente cristiana”, come possiamo rispondere a queste sfide?
Pochi giorni fa Papa Francesco ai membri della Commissione Teologica Internazionale ha ricordato:
“Oggi siamo chiamati a dedicarci con ogni energia del cuore e della mente a una «conversione missionaria della Chiesa» (Evangelii gaudium, 30). Essa risponde alla chiamata di Gesù a evangelizzare, fatta propria dal Concilio Vaticano II, che tuttora guida il nostro cammino ecclesiale: lì lo Spirito Santo ha fatto sentire la sua voce per i nostri tempi.”
Lo stesso invito contraddistingue ormai da alcuni anni il percorso intrapreso dalla nostra Chiesa italiana che, con il cammino sinodale, vive in quest’anno pastorale la fase sapienziale nella quale “discernere ciò che lo Spirito dice alla Chiesa attraverso il senso di fede del Popolo di Dio“.
Di fronte a queste sollecitazioni è necessario “rivedere lo stile del nostro annuncio” e chiederci come vogliamo e possiamo affrontare questo tempo.
Il discernimento richiesto e auspicato nasce dal desiderio di cambiare paradigma pastorale, attivando una riflessione serena ma al tempo stesso profonda sui nostri ATTEGGIAMENTI PASTORALI.
Il primo passo, decisivo per attivare un cambiamento, comporta una scelta di campo: da che parte vogliamo “stare”? Le difficoltà di questo tempo sono per noi “limite” o “opportunità”? Le idee e le attività che proponiamo generano “immobilità” o “dinamismo”? Il nostro sguardo è “schiacciato sul presente” o “orientato al futuro”?
Questa scelta di campo è in grado di orientare i nostri passi, dandoci la giusta direzione, quella del cambiamento e della conversione pastorale della nostre proposte.