Il mistero pasquale e l’azione dello Spirito
La vita nuova nello Spirito
Siamo ormai giunti alla fine del tempo pasquale e ci avviciniamo alla solennità di Pentecoste. Proprio in questi giorni la liturgia ci sta accompagnando a riflettere sul ruolo dello Spirito nella nostra partecipazione alla vita nuova nel Cristo risorto. Infatti sono molti i testi pneumatologici nella settimana che precede la Pentecoste: la maggior parte delle orazioni del Messale e tutte le letture patristiche della Liturgia delle Ore di quest’ultima settimana fanno riferimento allo Spirito.
Un riferimento inevitabile nel messaggio evangelico perché il dono dello Spirito è la meta cui tende l’intera vicenda terrena di Gesù, la sua morte e resurrezione sono finalizzate precisamente a questo scopo. E Cristo, per opera dello Spirito stesso, diventa sorgente dello Spirito. Perché è solo con il dono dello Spirito che si instaura il “regime nuovo!”(Rm 7,5-6), in cui diventa possibile “camminare in una vita nuova” (Rm, 6,4).
Cristo risorto con la forza del suo Spirito rinnova la Chiesa coinvolgendoci nella sua passione e resurrezione, inserendoci nel momento culminante della storia della salvezza e impegnandoci a condurre una vita secondo lo stesso Spirito.
Con la Pentecoste, Dio rende manifesta e operante in noi tutta la ricchezza del mistero pasquale, in modo che, fatti partecipi di così grandi doni, possiamo crescere nella fede e impegnarci sempre più nel servizio divino, creando in noi un cuore nuovo perché possiamo piacere a lui e conformarci alla (sua) volontà.
Il ritratto della Chiesa delle origini che emerge dai testi liturgici di questi giorni è il ritratto di una Chiesa che agisce in profonda sintonia con l’azione dello Spirito. La lettura degli libro degli Atti è particolarmente significativa: la Chiesa qui descritta vive sotto la guida dello Spirito, è docile al suo insegnamento, e cerca il più possibile di incarnare la novità del vangelo.