Il deserto, luogo di solitudine o di incontro?
Chiamati a convertire i deserti che caratterizzano la nostra società
Il racconto del Battesimo di Gesù al Giordano, così determinante non solo nella logica biblica ma anche nella nostra vita cristiana, è ambientato nel deserto: è qui che Giovanni predica con successo nonostante la durezza e la radicalità del suo messaggio. Nella Bibbia il deserto è sì luogo dell’austerità ma anche e soprattutto luogo dell’incontro con Dio.
La potenza simbolica positiva di questo “luogo” tuttavia è molto difficile da cogliere. È infatti più semplice coglierne l’insensatezza, l’aridità. La parola deserto infatti, in prima istanza non ci ricorda una presenza ma un’assenza. È, inoltre, una categoria oggi molto utilizzata anche per descrivere la situazione storica e sociale in cui siamo immersi, perché ne descrive bene la complessità:
“Nel deserto della comunicazione, dove la famiglia non desta più alcun richiamo e la scuola non suscita alcun interesse, tutte le parole che invitano all’impegno e allo sguardo volto al futuro affondano in quell’inarticolato all’altezza del quale c’è solo il grido, che talvolta spezza la corazza opaca e spessa del silenzio che, massiccio, avvolge la solitudine della loro segreta depressione come stato d’animo senza tempo, governato da quell’ospite inquietante che Nietzsche definisce: «Nichilismo: manca il fine, manca la risposta al “perché?”. Che cosa significa nichilismo? – che i valori supremi perdono ogni valore». Umberto Galimberti, L’ospite inquietante. Il nichilismo e i giovani, Feltrinelli 2007.
Non possiamo non trovarci d’accordo con queste parole: spesso fatichiamo non solo a trovare un senso per la nostra vita, ma anche a proporne agli altri, toccando con mano le difficoltà del tempo che viviamo. Saremmo chiamati a convertire i “deserti” che caratterizzano la nostra società, rendendoli fecondi di nuove proposte, di nuove idee, ma non sempre abbiamo la capacità di farlo, anzi spesso facciamo addirittura fatica ad abitarli e a viverli come occasione di incontro e di novità.
Come possiamo trasformare i nostri deserti da luoghi di solitudine a luoghi di incontro?